La Comunità monastica rende grazie a Dio per l'elezione di Suor M. Cristina Picinali OSB, divenuta nuova Abbadessa del monastero il 12 ottobre 2015 e Benedetta da sua Ecc. Mons. Francesco Beschi Vescovo di Bergamo, il 20 ottobre.

 

Semper cogitet quia animas suscepit regendas,

de quibus et rationem redditurus est.

RB II, 34.

Vitae autem merito et sapientiae doctrina eligatur qui ordinandus est,

etiam si ultimus fuerit in ordine congregationis.

RB LXIV, 2.

 

La comunità monastica, come tutte le istituzioni, si ritrova a dover rinnovarsi e trovare linfa nuova per rinvigorirsi e fortificarsi, cominciando dalla guida che deve condurla a Dio e alla salvezza! Dove manca, Dio metterà il resto! ed è inutile dire: «Ahimé, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché sono giovane» (cfr Ger. 1, 6). Certamente si saranno stupite tutte le monache a sentire queste parole all’Ufficio delle letture la mattina del 12 di ottobre sapendo che da li a qualche ora avrebbero dovuto eleggere colei che nella comunità rappresenta Cristo! (Cfr RB II, 2) Altrettanto stupore avrà provato Madre Cristina quando le hanno comunicato della sua elezione ad Abbadessa e riflettendo su quelle parole ascoltate mentre il cielo abbandonava l’oscurità e si precipitava verso la luce, avrà preso coscienza che le toccherà fare lo stesso percorso del cielo a lei, come alle anime che le sono affidate.

È sicuramente rassicurante sentire esprimere Dio con le parole del profeta Geremia che raccomanda: «Non dire: Sono giovane, ma và da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti ordinerò. Non temere, perché io sono con te per proteggerti (cfr Ger. 1, 7-8).

A questa certezza fa eco quanto affermato dal santo Padre Benedetto circa l’identità dell’abate: «che dev'essere scelto in base alla vita esemplare e alla scienza soprannaturale, anche se fosse l'ultimo della comunità» (RB LXIV, 2), e per la sua giovane età Madre Cristina è sicuramente “l’ultima” che diviene “Prima”! Certo, non si può assumere tale Servizio senza timore e tremore, basti aver presente che nella Regola, si afferma: «l’abate si ricordi sempre che si è assunto l'impegno di guidare delle anime, di cui un giorno dovrà rendere conto a Dio» (RB II, 34).

Infatti, l’abate ha nel suo ruolo qualcosa che esula dal comando e lo porta oltre, egli è chiamato ad essere: «esperto nella legge di Dio per possedere la conoscenza e la materia da cui trarre "cose nuove e antiche", intemerato, sobrio e comprensivo facendo "trionfare la misericordia sulla giustizia"» (RB LXIV, 9-10). Egli è preposto a praticare il discernimento delle anime e dei cuori, ad “intelligere” in ogni fratello aiutandolo a fare chiarezza nel suo cuore, rinfrancando la canna incrinata evitando che si spezzi. È chiamato inoltre, ad essere prudente «tanto se il suo comando riguarda il campo spirituale, quanto se si riferisce a un interesse temporale, a procedere con discernimento e moderazione, tenendo presente la discrezione del santo patriarca Giacobbe, che diceva: "Se affaticherò troppo i miei greggi, moriranno tutti in un giorno" Seguendo questo e altri esempi di quella discrezione che è la madre di tutte le virtù, disponga ogni cosa in modo da stimolare le generose aspirazioni dei forti, senza scoraggiare i deboli» (RB LXIV, 13-19.) «Dunque, quando uno riceve il nome di Abate deve formare i propri discepoli con un duplice insegnamento, mostrando più con i fatti che con le parole tutto quello che è buono e santo: in altri termini, insegni con la parola i comandamenti del Signore ai discepoli più sensibili e ricettivi, ma li presenti esemplificati nelle sue azioni ai più duri di cuore e ai meno ricettivi. Confermi con la sua condotta che bisogna effettivamente evitare quanto ha presentato ai discepoli come riprovevole, per non correre il rischio di essere condannato dopo aver predicato agli altri» (RB II, 11-13).

È con questo spirito e con la fermezza di questi insegnamenti che, mentre l’oscurità della notte lasciava il passo alla luce, Madre Cristina, la Comunità monastica, gli Oblati e i fedeli si sono accostati al Pastore della Chiesa di Bergamo Mons. Beschi, che il 20 di ottobre, ha presieduto l’Eucarestia e il rito della benedizione abbaziale.

 

Danilo Mauro Castiglione

Oblato Benedettino secolare

Alcuni momenti della Celebrazione del Rito della Benedizione Abbazziale

Foto concesse gentilmente dal sig. Colleoni