MONASTERO SAN BENEDETTO
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Alcuni momenti dell'incontro degli Oblati Benedettini Secolari dell'Area Nord tenutosi il 21/04/24 presso il monastero di San Benedetto in Milano, con la partecipazione della Fraternità degli Oblati del nostro monastero.
L’OBLAZIONE BENEDETTINA
“Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.
Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.”
(Rm. 12, 1-2.)
La parola “Oblato” ci collega immediatamente all’Offerta che Cristo fece di Se al Padre attraverso il Sacrificio della Croce! La stessa etimologia della parola “Oblato”, che deriva dal verbo latino fero (ob – fero), ci rinvia immediatamente alle parole della Consacrazione Eucaristica e al testo di san Paolo ai romani citato in esergo, traducendo così il participio passato oblato/ offerto in un’azione che si perpetua nel tempo: l’Oblato offre se stesso ogni giorno testimoniando il primato di Dio nella propria vita, impegnandosi costantemente nella Sua ricerca così come invita a fare san Benedetto nel Prologo.
Basta leggere il cap. 59 della Regola di Benedetto per capire quale importanza avesse per il Santo Legislatore questa pratica che, all’epoca designava i minori “offerti” al monastero dai genitori, oggi questo “status”, questa “vocazione” assume e perpetua ancora i crismi dell’offerta- consacrazione che, soprattutto alla luce degli insegnamenti del Concilio Vaticano II, continua a coinvolgere “uomini e donne (coniugati e non), laici o chierici che, pur vivendo nel proprio ambiente familiare e sociale, accolgono e riconoscono il dono di Dio e la sua chiamata a servirlo, secondo le potenzialità e le esigenze della consacrazione battesimale e del proprio stato […] ispirando il proprio cammino di fede ai valori della S. Regola e alla tradizione spirituale monastica.” (Statuto degli Oblati I, 2)
Questa adesione alla Chiamata di Dio e alla Regola si rende palese attraverso l’oblazione che è “l’atto liturgico- spirituale riconosciuto dalla Chiesa, con il quale l’aspirante Oblato, dopo un congruo periodo di formazione, fa l’offerta di se stesso a Dio vincolandosi ad una comunità benedettina determinata.” (Ibidem I, 3)
Tale vincolo permane per tutta la vita e pur avendo un carattere spirituale, anche se a titolo diverso di quello dei monaci e delle monache, è stabile ed istituzionale (cfr. Ibidem II, 7 - Can.303 e 677 § 2). La vita dell’Oblato è protesa ad una continua métanoia/ conversione (cfr. Rm 12, 2, Ibidem III, 16) e imperniata all’ascolto della Parola di Dio, attraverso la Lectio divina, e alla preghiera che trova il suo culmine nell’Eucaristia e nella “Liturgia delle ore”. L’Oblato facendo così “esperienza di preghiera ecclesiale, che gli permette di vivere la presenza del Cristo e di crescere sempre di più nella comunione fraterna; collegando il movimento interiore della preghiera con il ritmo del tempo, unisce il suo respiro vitale a quello dell’Universo, e confessa la Signoria di Dio sul creato e sulla storia e la sua partecipazione al suo progetto di salvezza.” (cfr. Ibidem III, 13, 19.)
Danilo Mauro Castiglione
Oblato Benedettino Secolare
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Cosa deve essere un Oblato Abbate Gabriel M. Brasò O.S.B.