Quoniam angelis suis mandabit de te
ut custodiant te in omnibus viis tuis.
In manibus portabunt te
ne forte offendas ad lapidem pedem tuum.
(Ps. 90, 11- 12.)
Dio si è sempre curato dell’uomo e in diversi modi. Della Sua attenzione abbiamo ampio riscontro anche in quello che rappresentano gli Arcangeli nella storia della Salvezza! Bisogna precisare però, come dice in una famosa omelia san Leone Magno, che: “il termine «angelo» denota l'ufficio, non la natura. Infatti quei santi spiriti della patria celeste sono sempre spiriti, ma non si possono chiamare sempre angeli, poiché solo allora sono angeli, quando per mezzo loro viene dato un annunzio. Quelli che recano annunzi ordinari sono detti angeli, quelli invece che annunziano i più grandi eventi son chiamati arcangeli.”
Partiamo dall’Arcangelo Michele il cui nome in ebraico significa “Chi è come Dio?” Egli è il difensore dei figli di Dio durante i tempi angosciosi della storia di Israele (cfr. Dan. 12, 1.), colui che lotta contro il Drago che vuole perdere e dannare le anime degli uomini. Precipitando “l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte” (cfr. Ap. 12,10.) si è compiuta la Parola e il Regno di Dio! Così come per i martiri che “hanno vinto per il sangue dell’agnello”, ogni nostra vittoria sul male e sul peccato diviene comunione con la vittoria Pasquale di Cristo. Non è certo una visione ingenua questa, ma è una realtà escatologica che si realizza anche in questo nostro presente dove continua la lotta tra Luce e Tenebre, dove l’odio si riveste di “pretesti santi” e il Diavolo/divisione scatena il conflitto tra i figli di Dio! Questi figli che attendono la Salvezza annunciata dall’Arcangelo Gabriele, il cui nome significa “Fortezza di Dio”, chiedono di essere guidati e illuminati, così come quando il profeta Daniele scrutando le Scritture, pregando e facendo penitenza, domandava al Signore di comprendere il senso della desolazione nella quale versava il popolo santo di Dio durante il periodo di cattività babilonese: Dio gli rivela il suo piano salvifico! (cfr. Dan. 9, 1- 27.) Gabriele porta a termine il suo ruolo ufficiale nella storia della Salvezza presentandosi a Zaccaria come “colui che sta al cospetto di Dio” (Lc. 1,19) e annunziando la nascita del Battista; mentre alla Vergine Maria quella di Gesù Cristo, Il Salvatore. (cfr. Lc. 1,5-22.26-38).
Comunque la Salvezza Divina non si ferma solamente alla sfera spirituale, ma si fa sempre più concreta! Attraverso l’Arcangelo Raffaele, il cui nome significa “Dio cura”, Dio risana l’animo affranto di Sara che sposerà Tobia e guarisce Tobi dalla sua cecità, poiché la loro preghiera è stata accolta al cospetto dell’Altissimo (cfr. Tb. 3, 16- 17.) Nella mirabile narrazione del Libro di Tobia, Dio si rivela come colui che “castiga e usa misericordia, fa scendere negli abissi della terra e fa risalire dalla grande Perdizione” (Tb. 13, 2.)
Rassicurati e confortati da questi Eventi della Storia della Salvezza possiamo certamente dire con il salmista: “Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede” (Sal. 90, 11- 12.) e cantare con la liturgia di san Giovanni Crisostomo: “Noi che misticamente rappresentiamo i Cherubini e alla Trinità vivificante cantiamo l’inno del Tre volte Santo, deponiamo ora ogni affanno terreno per ricevere il Re dell’universo, invisibilmente scortato dalle schiere Angeliche.”
Danilo Mauro Castiglione
Oblato Benedettino Secolare