…un uomo, di nome Zacchèo […] cercava di vedere chi era Gesù…cfr. Lc 19, 1-4.

 

Vedere Gesù fu il pensiero fisso di Zaccheo, così come per San Benedetto nella Regola, la ricerca di Dio! Nonostante Gesù fosse a Gerico, città del peccato, vi era qualcuno che desiderava vederlo particolarmente, non per i suoi miracoli o per la possibilità di un vantaggio nell’immediato, ma per poter mettere i propri occhi nei suoi, per poter mettere il suo cuore in quello di Gesù, per poter dire di averlo conosciuto poiché lo aveva visto! Infatti il verbo ιδειν (idein) da οιδα (oida), usato nel testo greco originale, ha il significato di conoscere perché si è visto. Vedere per conoscere Gesù era quindi lo scopo di Zaccheo! e il suo correre avanti, προδραμων (prodramon), non era finalizzato ad un vantaggio materiale, bensì per saziare un desiderio tutto spirituale: ιδειν τον Ιησυν (idein ton Iesun), vidére Iesum, appunto! 

La nostra condizione di “Cercatori di Dio” nella quotidianità del nostro tempo, trova una opportuna immagine di riferimento nella figura di Zaccheo e nel suo profondo desiderio di Dio. Non a caso nella Vetus latina il “Cercare” di Zaccheo è reso dal verbo quaerere che è lo stesso che Benedetto utilizza nella sua Regola al cap. 58, 7. per designare la qualità principale dell’aspirante monaco: si revera Deum quaerit! (Se dimostra di cercare Dio.)

 Così è anche per l’Oblato! Ci si offre nell’Oblazione proprio per cercare ed essere aiutati a cercare Dio, nonostante la nostra statura possa somigliare a quella del protagonista del racconto di Luca 19. Sarà questa sete di conoscere Dio, questo desiderio che dovrà guidarci se vorremmo ricevere lo stesso invito di Gesù al ricco capo dei pubblicani: oggi devo fermarmi in casa tua. Sarà necessario salire sul sicomoro della nostra vita, albero simbolo dell’immortalità, per superare la folla dei nostri difetti e meschinità, bisognerà anelare all’eternità per sentirsi accogliere dal Salvatore che confermerà l’ingresso della Salvezza nella nostra casa. Cfr. Lc. 19, 9a. Nulla anteponendo all’amore di Cristo, giungeremo alla nostra meta: la vita eterna. Cfr. RB 72, 11-12.

 

Danilo Mauro Castiglione