In cammino... sulle orme del Battista

La solennità di San Giovanni Battista ci ha visti riuniti in pellegrinaggio verso l’Abbazia di Viboldone per trascorrere una giornata di ritiro sul tema: “Il Silenzio nella Liturgia”. La scelta di tale momento dell’anno liturgico e dell’argomento non è stata certamente casuale. Quale figura meglio del Battista può esprimere la dimensione dell’Oblato o del Monaco oggi? Quale occasione migliore di questa per parlare del Silenzio e della sua funzione nella Liturgia, che per definizione è soprattutto Parola/azione? La figura di San Giovanni s’impone sicuramente come modello a chiunque, laico o consacrato, voglia seguire Cristo nella dimensione del Deserto, dove l’uomo è solamente la Voce e Dio è la Parola. Lo stesso Battista si definisce: “voce di uno che grida nel deserto”. (Gv. 1, 22- 23.) Infatti, nella Liturgia, l’uomo presta la sua voce alla Parola per farla risuonare nel silenzio desertico della sua quotidianità! L’inizio della giornata segnato dalla celebrazione dell’Ufficio e delle Lodi sull’autobus, mentre in autostrada ci si dirigeva verso il monastero di Viboldone, è un’immagine chiara della nuova dimensione del deserto dei nostri giorni, un deserto sociale che avvolge l’uomo e le sue relazioni “di corsa”, ma se vogliamo è anche un’immagine rivisitata dalla modernità di quei monaci del deserto che percorrevano il loro cammino recitando i Salmi! Chi sa, magari qualcuno di noi si sarà pure sentito come loro! L’arrivo alla chiesa del monastero, già gremita di fedeli, ci ha immessi nel “vivo” della giornata con la partecipazione all’Eucarestia in un clima di particolare raccoglimento; abbiamo così colto e condiviso i frutti spirituali nell’incontro tenuto da suor Maria Emanuela con la quale abbiamo analizzato l’esperienza del Silenzio e della Parola in seno alla Regola di san Benedetto e del ruolo che questi elementi hanno nella Liturgia: “il Silenzio nella liturgia è come il sale in cucina, va dosato! Esso è la culla della Parola, la quale trova in esso il suo alveo naturale nel quale nascere, crescere e maturare divenendo Lode, un silenzio che è rispetto del Tu dell’altro, di Dio e della sua Parola”. Certamente può suonare strano l’accostamento del “pellegrinaggio” al Silenzio e alla Liturgia, ma dovrebbe certamente essere familiare a chi si accosta alla ricerca di Dio e prende coscienza della sua silente missione preparatrice della Divina presenza nella sua vita e in quella degli altri: il “Racconto di un pellegrino russo” ce lo suggerisce! Questo cammino oblativo della nostra persona in seno all’Azione Liturgica e al Silenzio trova la sua maturazione nell’Ascolto della Parola, al quale ci invita il nostro santo Padre Benedetto nel prologo della Regola come condizione per giungere alla Salvezza che è Cristo, fine e meta di ogni cammino/pellegrinaggio reale ed interiore.