Oblazione di Leone Giovanni Morzenti

16 dicembre 2018 Domenica Gaudete

LA MIA OBLAZIONE

…E finalmente dal 16 dicembre 2018 sono un Oblato secolare di San Benedetto.

Si è concluso così un periodo di tre anni e mezzo durante il quale il costante richiamo di Dio mi ha portato a conoscere la realtà degli Oblati, a frequentare i loro incontri di formazione e a scoprire sempre più quanto sia bello ed appagante pregare in “comunione”. Sì, io devo dire di aver “sentito” un richiamo, di aver avuto una “vocazione”.

Dio ci bombarda di messaggi; la nostra vita è immersa nella realtà di Dio: noi dobbiamo solo aprire gli occhi, le orecchie ed il cuore e cogliere la sua presenza e la sua volontà. Le vie del Signore sono le più svariate. Perché passo casualmente davanti alla porta socchiusa di una Chiesa proprio nel momento in cui prorompe una dolcissima melodia che mi cattura e mi commuove? E perché mai casualmente mi trovo ripetutamente ad ascoltare parole o leggere scritti che mi portano allo stesso argomento e alla medesima conclusione? Ma soprattutto da dove viene quell’intenso desiderio e bisogno di pregare, onorare e glorificare il mio Creatore?

Ed ora come sarà la mia vita di Oblato? San Benedetto ci ha dato la “Regola” e ad essa orienterò la mia vita. La preghiera sarà l’impegno primario, infatti proprio la necessità di pregare “in comunione” è stato il motivo della mia scelta. Pregare la Liturgia delle Ore anche da solo in casa, ma sommamente in Monastero con le Monache, o con i Monaci o con i fratelli Oblati è il mio quotidiano momento di grande serenità e gioia.

Sì, gioia, perché a me affascinano i Salmi, mi attrae la loro poesia che trabocca umanità, il messaggio che attraverso essi Dio mi fa giungere. Mi ricolmano le Invocazioni, le Intercessioni e le Orazioni perché nel momento in cui riconosco i miei limiti e la mia impotenza mi affido al misericordioso Amore del mio Creatore e lo ringrazio e lo glorifico; e questo mi rende più sereno perché riappacificato. Posso dire che per me la preghiera è il l’insegnamento più gratificante della Regola: sento ben più “onerose” altre prescrizioni! Per tutte l’umiltà. Dopo aver trascorso una vita tesa al primeggiare, all’aver successo nel mondo, salire i 12 gradini dell’Umiltà che ci chiede San Benedetto, è una ben ardua impresa. Direi impossibile per l’uomo con le sue sole forze. Provvidenzialmente c’è la preghiera e soprattutto l’Eucarestia a darmi la Grazia per trovare la forza di tentare di raggiungere quell’ultimo dodicesimo gradino, raggiunto il quale la maggior parte delle angustie e problemi mondani svanirà.

Grazie a Dio non sono solo: i numerosi fratelli Oblati e le care Monache del Monastero mi danno un confortante e stimolante esempio di come la Regola si possa vivere pienamente. È bello sentirsi parte di una così grande famiglia.

 

Leone Giovanni Morzenti