Assunta est Mariam ad Aeternum thalamum…

Quae est ista que processit quasi aurora consurgens, pulcra ut luna, electa ut sol, terribilis ut castrorum acies ordinata? (Ct. 6, 10.)

Signum magnum appáruit in cælo: múlier amícta sole, et luna sub pédibus eius, et in cápite eius coróna stellárum duódecim. (Ap. 12, 1.)

 

I due testi posti in esergo sembrano dialogare e fornirci l’identità soteriologica ed escatologica della celebrazione odierna: “chi è costei che sorge come l’aurora, […] terribile come esercito schierato in battaglia? (cfr. Ct. 6, 10.) (Ella) è la donna vestita di sole, il Grande Segno apparso in cielo; colei che era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto […] ha partorito un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni. (cfr. Ap. 12, 1 - seg.)”

Il Libro della “Rivelazione” sembra rispondere così alla domanda dell’Amato del “Cantico dei cantici”, che è spesso anche la nostra domanda; parole e segni che nella Beata Vergine prefigurano la nostra dimensione futura. Non a caso Pio XII nella Munificentissimus Deus, facendo scorta della Tradizione dei Padri, avverte i fedeli “che oggetto della festa non è solo il fatto che le spoglie mortali della Beata Vergine Maria fossero state preservate dalla corruzione, ma anche il suo trionfo sulla morte e la celeste glorificazione, perché la Madre ricopiasse il modello, imitasse cioè il suo figlio unico, Cristo Gesù.” Come dice l’Inno Akathistos nella XIII stanza: “Tu mostri la sorte futura!” Ecco delinearsi la dimensione escatologica della presente solennità! Ecco la risposta esistenziale alla domanda più pregnante dell’uomo! Ecco il Grande Segno che conferma la realtà dei Novissimi! Infatti nel prefazio preghiamo (meditando ed esprimendo il fine della nostra esistenza) con queste parole: “Oggi la Vergine Maria, madre di Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, è stata assunta nella gloria del cielo. In lei, primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza.” Maria è dunque precorritrice delle Realtà Ultime di ogni uomo, “Stella mattutina” che indica la direzione per giungere alla nostra meta: “il compimento del mistero di salvezza”! Illuminata dalla fede nel suo figlio, la Vergine, ci insegna la via da percorrere rispondendo alla volontà di Dio con il “Sì” del Magnificat, poiché “grandi cose ha fatto […] l’Onnipotente […] e di generazione in generazione la sua misericordia è per quelli che lo temono”, ovvero per quelli che lo amano. Nella sua incommensurabile fedeElla si fa “capax Dei” (capace di Dio), ovvero svuota se stessa per divenire “piena di Grazia”. Solo attraverso la fede si può comprendere tutto questo e quanto dice san Germano di Costantinopoli: “non poteva avvenire che tu vaso sacro, capace di Dio, ti dissolvessi nella polvere della morte che corrompe.” Penso all’abside centrale della basilica di Santa Maria maggiore in Bergamo ove è stata raffigurata la Theoria dell’assunzione al cielo della Vergine Maria: tra la curva absidale inferiore, nella quale è rappresentata la tomba vuota[1] e il catino dell’abside che contiene l’apoteosi della Vergine assunta in cielo [2], intercorrono le finestre absidali quasi a volerci ricordare che senza la luce della fede possiamo contemplare solo il desolante spettacolo di un sepolcro vuoto, cosi come fanno gli sguardi allibiti dei personaggi. Senza la divina illuminazione non possiamo accedere ai misteri profondi della salvezza dell’uomo e della sua glorificazione. Anche noi divenuti capax Dei, come Maria attraverso la fede, riceveremo cento volte tanto e la vita eterna. (cfr. Mc. 10,30.)

 

Danilo Mauro Castiglione

Oblato Benedettino secolare



[1] Camillo Procaccini, “Gli Apostoli al sepolcro della Vergine”.

[2] Gian Paolo Cavagna, “Incoronazione della Vergine”.