Veglia di Pentecoste su Skype, sabato 30-05-20 ore 22,00
Scarica il: testo della Veglia (Ufficio delle Letture)
Riposa adesso nella pace del Signore
Ricorre in questo mese il trigesimo della fine del transito terreno del nostro fratello Giuseppe Anselmo Giangreco, il quale fu tra i pionieri della nostra rinata fraternità degli Oblati. Nella sua vita si distinse quale sposo e padre premuroso, svolgendo con onestà il suo lavoro nel Corpo della Guardia di Finanza. Contribuì con l’esempio e la disponibilità alla realizzazione dell’attuale fisionomia del gruppo. Esemplare nell’assiduità agli incontri, incarnava nella sobrietà del parlare la taciturnità del nostro santo padre Benedetto. Della preghiera aveva fatto il primato nella sua vita di cristiano che, nell’Oblazione, aveva riscoperto il suo battesimo. Discreto nella carità, maturo negli anni e nello spirito, ha aperto i suoi occhi alla visione dell’Eterno il 3 di febbraio 2015.
Servizio prestato presso la chiesa del Santo Sepolcro dell'ex monastero di san Benedetto in Astino- Bergamo durante quest'anno
Durante l'anno 2014/15 gli Oblati hanno prestato, a turno, il loro servizio liturgico presso la chiesa di Astino curando ed animando la liturgia. Ringraziamo Dio per questa opportunità di servire il Signore nella particolare realtà nella Chiesa diocesana e a don Gilberto Sessantini per averci aiutato a dare questa testimonianza di fede.
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Incontro dei Gruppi Religiosi della diocesi di Bergamo 19 aprile 2015
Vespri e Catechesi sulla Croce di don Maurizio Rota presso la chiesa del Monastero di Santa Grata in Bergamo,
Statio e celebrazione Eucaristica, presieduta dal Rev. priore della MIA don Gilberto Sessantini, presso la Basilica di Santa Maria maggiore in Bergamo.
Offrirsi a Cristo
Primi Vespri del Transito del n. s. p. Benedetto
Oblazione di Giuseppe Favilla 20/03/15
Ogni cristiano ha il preciso compito di approfondire la propria vocazione: chi nel ministero ordinato, chi nella vita consacrata, seguendo fedelmente i consigli Evangelici di povertà, castità e obbedienza, e chi invece, rimane nel mondo, non facendo alcun voto o promessa, ma solamente la conversione dei costumi. Cioè a dire, dare maggior significato e spessore all'essere cristiano, ogni giorno, nel mondo, senza che le lusinghe del mondo si sostituiscano all'amore per Cristo e per la sua Chiesa.
S. Giovanni Paolo II, nella Christifidelis laici, al n. 2 scrive: La chiamata non riguarda soltanto i Pastori, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, ma si estende a tutti: anche i fedeli laici sono personalmente chiamati dal Signore, dal quale ricevono una missione per la Chiesa e per il mondo. Lo ricorda S. Gregorio Magno che, predicando al popolo, così commenta la parabola degli operai della vigna: « Guardate al vostro modo di vivere, fratelli carissimi, e verificate se siete già operai del Signore. Ciascuno valuti quello che fa e consideri se lavora nella vigna del Signore».
In questa prospettiva di missione che si inserisce la mia vocazione, che, spero, possa diventare per tutti voi, esempio di vita nuova. Lo stesso Gesù nel Vangelo di Matteo ci invita ad essere luce del mondo: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra il monte, né sia accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così splenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre nei cieli” (Mt 5, 14-16).
La mia vita, la nostra vita è, per sua stessa natura, una continua testimonianza nei confronti dei nostri studenti, amici, familiari, anche quando, semplicemente descriviamo un evento o ci confrontiamo con loro sui piccoli o grandi problemi del vissuto quotidiano.
Voi siete la casa che abito, e in questa casa tutti dobbiamo risplendere di particolare luce, una luce buona, che rischiara e mostra la bellezza del Cristo risorto, ad ogni uomo.
Non è facile, me ne rendo conto e proprio in questa prospettiva di continua testimonianza e di ricerca di Dio e della sua volontà nella mia vita, un anno e mezzo fa ho intrapreso un cammino, con un gruppo di donne e uomini, che condividono un grande amore per la Chiesa, per la preghiera e per la Lettura della Parola di Dio (Lectio Divina) e gli insegnamenti dei Padri della Chiesa e del Monachesimo: gli Oblati benedettini secolari. Gli Oblati non sono monaci o monache, non emettono voti, ma esprimono tutta quanta la loro fedeltà al patto di alleanza di Cristo sulla Croce, attraverso la continua ricerca di Dio e nel nulla anteporre al Suo amore; nella sequela degli insegnamenti del vangelo e della Regola di San Benedetto, legati al centro della vita contemplativa: il monastero.
Siamo professionisti o semplici mamme di famiglia; giovani, uomini e donne adulti, che con la loro testimonianza, illuminano il cammino dei più giovani, ma tutti offerti a Cristo, come lo stesso Gesù si offrì a Dio per la salvezza di tutti.
La nostra è una chiamata; una vocazione ad approfondire il battesimo, per diventare, con Cristo offerta gradita a Dio, donne e uomini nuovi, per amare Cristo in tutti, per diventare santi, come Lui è Santo!
Questo amore per Cristo Gesù, l'Oblato secolare, lo manifesta, diversamente dell'Oblato regolare, che vive a stretto contatto con il monastero, nel mondo e nel servizio alla comunità monastica, attraverso due momenti fondamentali: la Liturgia Eucaristica, nella quale esercitano i ministeri di fatto dell'accolitato e del lettorato; nella Liturgia delle Ore, che ha origine proprio dalla Regola di San Benedetto, in continua sinergia tra le monache, nel monastero e gli oblati, nel mondo... una continuità mai interrotta.
Come ogni altra vocazione, anche l'Oblato, manifesta davanti alla comunità monastica e al Popolo di Dio, la sua volontà di seguire quanto fin qui detto. Tutto ciò avviene durante la Celebrazione Eucaristica, nella quale si svolge il rito dell'Oblazione, che, seppur distinto dalla professione monastica, conserva elementi di continuità con la consacrazione monastica stessa: la volontà di impegnarsi nella sequela; l'invocazione dei Santi e la preghiera di benedizione; la consegna della Regola di San Benedetto, l'unica sia per i monaci che per gli Oblati; la vestizione con l'alba bianca (cocolla), segno dell'uomo nuovo, ricordo del proprio battesimo, nonché segno del servizio all'interno del monastero e dove indica l'obbedienza alla Chiesa; la consegna della medaglia di San Benedetto, segno di appartenenza all'Ordine di San Benedetto.
Giuseppe Benedetto Maria Favilla
Oblato Benedettino secolare