Oblati Benedettini Secolari durante il ritiro a Sant'Egidio
Oblati Benedettini Secolari durante il ritiro a Sant'Egidio

Cinquanta anni dal Concilio Vaticano II e l'Anno della Fede

A conclusione di questo anno carico di avvenimenti, immersi nello spirito della “Porta fidei”, per commemorare il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II, il 26 maggio abbiamo trascorso la nostra giornata di ritiro spirituale presso l’Abbazia di Sant’Egidio a Fontanella (Sotto il Monte), luogo molto caro al Beato Giovanni XXIII, che con tanto zelo volle proprio quel Concilio.

Sotto la guida del rettore Don Attilio Bianchi, abbiamo meditato sul concetto di “Spiritualità” ripercorrendone i tratti salienti con cui essa incide nella quotidianità di chi, come noi, ha assunto la Regola Benedettina a timone della propria vita, pur rimanendo nella società senza emettere Voti, ma intraprendendo, come dice San Benedetto, la ricerca del primato di Dio nella propria esistenza e la “conversione dei costumi”. 

In questa domenica in cui la Chiesa celebra il Mistero della Trinità, inizio e culmine della vita di ogni battezzato, dopo un primo momento di meditazione abbiamo partecipato all’Eucarestia animati dalla Liturgia che, attraverso la Colletta, ci ha guidati al senso pieno della solennità odierna e dell’essere cristiani con queste parole: “Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare agli uomini il mistero della tua vita, fa’ che nella professione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l'unico Dio in tre persone.” 

Proprio con queste parole e con questo spirito che innerva la vita dell’Oblato e attraverso il Battesimo lo innesta, in quanto figlio di Dio, nella Chiesa, prendiamo sempre più coscienza della nostra vita in seno all’economia trinitaria proprio in riferimento all’Oblazione emessa nel giorno della nostra “Professione”, la quale ci impegna a “vivere sempre più in conformità con le esigenze del Battesimo” e ci ricorda, così come fa anche San Benedetto, che la misura del nostro vivere sta nel “piacere solo a Dio”. 

Anche il nostro abito bianco, che indossiamo durante la Liturgia, altro non è che quella veste che ci è stata consegnata proprio nel giorno del Battesimo e diviene segno tangibile dell’Uomo Nuovo iniziato al fonte battesimale e che si realizza quotidianamente nella ricerca di Dio in un continuo rinnovamento interiore e personale. Il canto dei Secondi Vespri della Santissima Trinità ha concluso la nostra giornata, suscitando sicuramente qualche curiosità nel visitatore che, stupefatto, ammirava le melodie gregoriane dei salmi echeggiare nelle volte della chiesa. Ci portiamo dietro le parole di Sant’Agostino che hanno il dono di trasformare i nostri desideri in preghiera esprimendo pienamente il senso della nostra vocazione nel cammino indicatoci dalla Scrittura, dai Padri e dalla Tradizione.

 

Preghiera di S. Agostino

 

Signore mio Dio unica mia speranza,

fa' che stanco non smetta di cercarti,

ma cerchi il tuo volto sempre con ardore.

Dammi la forza di cercare,

tu che ti sei fatto incontrare,

e mi hai dato la speranza di sempre più incontrarTi.

Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza:

conserva quella, guarisci questa.

Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza;

dove mi hai aperto, accoglimi al mio entrare;

dove mi hai chiuso, aprimi quando busso.

Fa' che mi ricordi di Te, che intenda Te, che ami Te.

Amen!

 

Confessioni X, 27

Quando mi sarò unito a te 

con tutto il mio essere, 

non sentirò più dolore o pena; 

la mia sarà vera vita, 

tutta piena di te. 

Tu sollevi in alto colui che riempi di te; 

io non sono ancora pieno di te, 

sono un peso a me stesso. 

Gioie di cui dovrei piangere contrastano in me 

con pene di cui dovrei gioire, 

e non so da che parte stia la vittoria.

Abbi pietà di me, Signore!

Non ti nascondo le mie ferite.

Tu sei il medico, io sono malato; 

tu sei misericordioso, io infelice.